La parola “cura” mi fa pensare al bisogno di accoglienza, ascolto empatico e comprensione tipici di quando non stiamo bene. Non una richiesta di condivisione del proprio malessere, quanto piuttosto la necessità di potersi riferire a una persona che si accompagni a noi nella riscoperta stimolante delle risorse personali allo scopo di affrontare ben equipaggiati quanto sta accadendo. Poter accompagnare una persona nel (ri)percorrere e (ri)considerare i fatti della vita da un punto di vista differente, sostenendola nella graduale accettazione di quanto è stato e stimolandola a rimettersi in gioco nelle varie sfaccettature che la vita di ognuno propone…è Cura.